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vincolo matrimoniale. Fra le coppie allora createsi va menzionata quella, a cui va la gratitudine di tutta
la comunità, che si è fatta carico, in questi anni, di conservare memorie dei dati più significativi di
questa storia (nomi, ate. Immagini).
La conformazione dell’edificio, incardinato essenzialmente su un lungo corridoio su cui si affacciavano
le stanze, con diramazioni rappresentate soltanto dalle officine e dai magazzini, forniva una spina
dorsale propizia alle interazioni del personale. Un altro elemento di accorpamento era costituito dalla
presenza dell’usciere che con voce stentorea chiamava, a metà della mattinata, alla consumazione del
cappuccino che egli portava sul suo carrellino, fino a chè le rigorose disposizioni della Direzione
Generale lo consentirono (suo figlio venne lì, poi, per preparare la tesi di laurea in ingegneria).
Un’altra forma di legame, a livello di sottogruppo, era rappresentata da passioni specifiche, quali ad
esempio, nei week-end, l’orientering, o la ricerca dei funghi, e altro. Qualche giocatore di bridge si
presentava talvolta al mattino un po’ imbambolato (ma sempre operoso ed efficiente) per aver fatto
le tre di notte.
Un tipo di evento introdotto da Rispoli, che ha rappresentato un efficace strumento di aggregazione
sono state le cene. Sono sempre state basate su un partecipazione volontaria, che però di fatto si è
rivelata pressocchè totalitaria. Si sono svolte presso trattorie quasi sempre diverse, nell’area
circostante alla Casaccia. Nei primi tempi erano a numero piuttosto ristretto, che però si è andato
costantemente allargando estendendosi anche anche ai familiari. Nei primi tempi alla fine di ogni
cena si fissava il calendario di quella successiva, e si votavano pure i nomi della coppia dei due
anfitrioni previsti. Poi è stato necessario passare al metodo del pagamento “alla romana” e trasferire
le cene a pranzi. Queste riunioni conviviali sono sempre risultate simpatiche e allegre. Erano bandite
le discussioni scientifiche ma erano molto vivaci e coprivano oltre che i fatti di attualità i commenti
sugli ultimi avvenimenti del Laboratorio, un po’ di pettegolezzi, qualche aggiornamento sulle notizie
(talvolta clamorose) provenienti dagli ex colleghi che erano nelle altre parti del mondo. Erano anche la
sede per le esibizioni dei poeti declamatori estemporanei o delle critiche di cui si facevano portavoce
i vari pasquini ignoti (o poeti romaneschi) presenti fra i dipendenti.
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